sabato 8 ottobre 2011

San Cristobal de las Casas - ultima tappa messicana.

Il cielo di San Cristobal riesce ad essere veramente bello e vicino. Le casette colorate adagiate sulle colline morbide di questo altopiano circondato di monti boscosi, salite leggere srotolano filmini di casupole basse e colorate. Qui intorno i famosi territori liberati dal movimento zapatista.




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ACTEAL, IL ZAPATISMO SENZA ARMI


A Acteal, una delle comunitá zapastiste su queste montagne, un gruppo di ragazzi e bambini stanno preparando una semplice opera di teatro in ricordo del massacro di 47 persone del villaggio, uccisi nel '97 da un gruppo di paramilitari.



Acteal è un villaggio che aderisce alla cosí detta Rivoluzione Zapatista, ma che non ha seguito il cammino delle armi: ad Acteal la rivoluzione di fa con il digiuno e la preghiera, secondo gli insegnamenti di Ghandi e delle teoria della non-violenza.


Il gruppo, di circa venti adolescenti e qualche bambino, si riunisce in un capanno di legno e lamina, con l'aiuto di Josefina, una teatrante argentina che ho conosciuto in questi giorni e che mi ha invitato a conoscere il villaggio. I piú grandicelli hanno visto il massacro, sono sopravvissuti scappando o fingendosi morti ma hanno person i loro familiari e la loro innocenza: non possono dimenticare quel 22 dicembre di 14 anni fa.


I ragazzi sono molto timidi, sopratutto le ragazze che vestono gli abiti tradizionali, mentre i ragazzi vestono all'occide

ntale. Le ragazze parlano solo in lingua indigena Tzotzil (anche se sospetto che sappiano parlare spagnolo), mentre i ragazzi usano entrambe le lingue. Per tutti loro è molto difficile par

lare a voce alta o guardare negli occhi e devono fare un grande sforzo sul palco, per farsi ascoltare, non coprirsi la bocca, non dare le spalle al pubblico, insomma superare la vergogna.


Josefina li aiuta, li incoraggia e propone esercizi teatrali. Ogni sua frase viene tradotta in Tzotzil, ma spesso i ragazzi ha

nno troppa vergogna e non riescono a fare neanche gli esercizi piú semplici.

- Qui si impara cos'è la pazienza! - mi dice in auto, mentre torniamo a San Cristobal - Qui le persone hanno un ritmo completamente diverso, per montare questa piccola opera ci è voluto piú di un anno!

E poi, dopo un breve silenzio, come se stesse cercando di convincere se stessa, riprende:

- Ma alla fine, questa è la loro maniera di fare teatro e va bene cosí!



Nelle zone rurali, la vergogna è un fenomeno culturale diffusissimo. Moltissimi si vergognano di essere indigeni, si sentono inferiori ai bianchi, sfuggono perfino il nostro sguardo. Qui, l'80% della popolazione è indigena e nonostante ció sono discriminati se, ad esempio, cercano lavoro o vanno all'universitá con i vestiti tipici.

Per i giovani è un problema: conservare le proprie radici culturali anche a costo di essere emarginati? Per me, invece, la domanda è sempre la stessa: perché in questo mondo non c'è spazio per tutti?


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LA DOLCE VITA





Il viaggio è molto riposante in questo periodo. Riceviamo in prestito la casa di uno spagnolo, che attualmente si trova in Europa, a due passi dal centro. Non ci resta da far altro che godersi la tranquilla vita di San Cristobal, di godere il presente, di avere a disposizione tutto il tempo per fare tutto ció che ti piace. Ogni giorno puoi decidere se fare una passeggiata, andare a lezione di canto, fare yoga a casa, bere caffé sui tavolini all'aperto, fare spesa al mercato, chiacchierare sulle strade, pisolare tutto il giorno sul divano, fare scarpette all'uncinetto, vedere un film in un centro culturale, leggere un romanzo, visitare un paese vicino e mille, mille altre opzioni. C'è tutto il tempo! E' un regalo, sopratutto se penso alla vita di corsa che la maggior parte delle persone è costretta a fare. E poi, come dice Elfio (mio padre), la gente finisce per dimenticarsi i figli in auto.


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CARAMELLE PER L'ANIMA


La nostra opera di teatro sull'ambiente entra a pennello in un programma chiamato "Escuelas Verdes", a cui molte scuole aderiscono e quasi tutte le mattine abbiamo una replica. Visitiamo circa quindici scuole, di ogni tipo: scuole povere nelle quali i professori pagano di tasca loro l'opera di teatro pur di realizzare il teatro per i loro alunni e scuole super lusso dove la direttrice piange miseria e ci paga la metá dei soldi pattuiti.


Ascoltare centinaia di bambini che ridono tutti insieme è una emozione unica.

Nella scuola di San Felipe, nella periferia povera di SanCristobal, circa 400 bambini indigeni (che probabilmente non avevano mai visto il teatro) alla fine dello spettacolo, hanno fatto una fila lunghissima per riempirci di baci e "grazie". I loro "grazie" erano caramelle per l'anima.


Nella scuola Pinguino, invece, dove si applicano metodi di insegnamento basati sull'ascolto, la relazione umana, l' ecologia, eccetera, i ragazzini ci hanno tirato i loro calsetti, hanno fatto confusione tutto il tempo e ci guardavano come storpi sul marciapiede.

Ed è cosí che un'altra volta le cose appaiono sottosopra.








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TRE GIORNI CON JOVANOTTI


Jovanotti è stato a casa nostra! L'abbiamo conosciuto qui a San Cristobal durante l'organizzazione di "un sabato per la madreterra". Era proprio lui, anche se ha un forte accento brasiliano e diceva di chiamarsi Achille!


Nella "Casa del Pan", centro culturale lungo il viale pedonales Real de Guadalupe, abbiamo avuto una piccola funzione di ¿Qué onda con la Mamá?Ambiente familiare, poco pubblico ma generoso e sopratutto tanto buonissimo cibo vegano a pranzo e a cena, cucinato appunto da Jovanotti in persona! wow!


Grazie a lui, Ana ed io abbiamo assistito al documentario Earthlings, un analisi minuziosa e dettagliata di tutte le sofferenze e torture che gli animali soffrono a causa nostra. Ho avuto un pugno allo stomaco per varie ore, nausea e voglia di vomitare; dubito che riusciró di nuovo a mangiare della carne. Forse è il momento di un altro cambiamento!


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LOS TRICLETAS: UNA FAMIGIA IN BICICLETTA

(www.tricletas.blogspot.com)



Nahuel è un bambino incredibile: ha tre anni e mezzo e da circa due (piú della metá della sua vita) viaggia con i suoi genitori, udite udite, in bicicletta! O meglio, in una carrozzina trainata dalla bicicletta di sua madre e suo padre! Per esempio, solo da Tapachula, la frontiera con il Guatemala, a San Cristobal del las Casas (circa 6 ore in auto), ci hanno impiegato 10 giorni!! Per attraversare il Guatemala (500 chilometri) ci hanno messo 9 mesi!

- Io sono un bambino viaggiatore - dice Nahuel tra il serio e il giocoso - io ogni giorno dormo in una casa diversa!

- E qual è la casa che piú ti é piaciuta fino ad ora? - gli chiedo.

- La casa dei pompieri! - dice lui sorridente, ricordando quella volta in cui hanno dormito in una stazione dei vigili del fuoco.


Nahuel è incredibilmente indipendente, per l'etá che ha: per esempio si mette a letto da solo e quando si sveglia, se i suoi dormono, si mette a giocare parlando a bassa voce. E' capace di inventare storie che non finiscono mai, incrociando quello che ha visto con quello che immagina, e improvvisamente ti da un gran abbraccio o ti stampa un bacio in bocca. Nahuel vive il presente (come fanno tutti i bambini) con la differenza che per lui il presente è un pozzo di incontri e conoscenza da cui puó attingere senza limite.


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¡ADIOS MEXICO!


Lunedí, ultimo spettacolo in una scuola e poi si scende verso El Salvador. Abbiamo passato in Messico 8 mesi, 245 giorni, 5.952 pienissime ore. Sapevamo che questo paese é molto bello, ma non immaginavamo tanto! Ripartiamo alleggeriti di parecchi chili (nel caso di Massi) e apparati tecnologici (rubati) ma pieni di emozione, apettative e nostalgia. ¡Adiós México!


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