lunedì 29 agosto 2011

Cartoline da Mazunte.


La storia è un cerchio che si apre e si chiude in cerchi concentrici, o meglio, in un movimento a spirale, un divenire che chiude il ciclo e lo riapre senza mai ripetersi.


Cosí potremmo iniziare a parlare di questo mese trascorso a Mazunte, piccolo villaggio sulla costa del Pacifico, nello stato di Oaxaca.


Il mese è stato pienissimo di storie ed avvenimenti. Queste sono solo alcune cartoline da Mazunte.




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Ad esempio, il giorno in cui arrivammo qui, avevamo appena subito il furto delle biciclette e della macchina fotografica. Ora che stiamo partendo, Autumn, una ragazza dell'Alaska ci regala un'altra bellissima Canon. Appena arrivati troviamo Incarni, una esplosiva ragazza massico-spagnola, conosciuta qualche anno fa, di cui avevamo perso le tracce ed é proprio nella sua bellissima villa, dove è possibile fare il bagno in una vasca panoramica sul tetto, che chiudiamo questo mese.


Come ci accade sempre, entriamo a far parte di un gruppo, di un piccolo branco o, come a noi piace chiamarlo, di una famiglia improvvisata, fatta di persone locali e viaggiatori che, per mille ed una coincidenza, si trovano a condividere uno spazio ed un tempo insieme.


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La prima famiglia di Mazunte é stata stretta niente meno che dalle manette della polizia. Massimo, Ana, La Negra ed io conosciamo Tulio y Woody (appena uscito da Toy Story), due brillanti giovani messicani in vacanza, uno biologo e l'altro musicista. Dopo pochi minuti di chiacchiere sotto le stelle arrivano alcuni poliziotti che, con violenza, arroganza e soprattutto senza nessuna ragione valida, ci perquisicono, non trovano nulla ma ammanettano Tulio e lo portano via. Ci spaventiamo molto, non sappiamo che fare e con Woody cerchiamo di avvisare la sua famiglia. Per fortuna, poche ore dopo lo rilasciano, previa una buona mancia. Siamo costernati di fronte all'arbitrarietá commessa della polizia. Ma di positivo c'è che l'unione é giá fatta! Avevamo dei nuovi amici e con loro trascorriamo qualche giorno in un campeggio di fronte al mare, parlando si sogni, ballando, facendo yoga ed ascoltando il suono del flauto ballerino di Woody.


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È tempo di salutare la Negra, amica di Ana, che ha viaggiato con noi per 3 mesi. La Negra ritorna in Argentina dove ha lasciato il suo amore amato. In queste settimane, ci ha riempito della sua innarrestabile energia positiva e ottimismo, trainando il gruppo nei rari momenti di tristezza. Ciao Negra, hasta pronto!


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Quando Woody e Tulio ripartirono per Cittá del Messico, apparve la seconda famiglia di Mazunte e (sorpresa!) questa non fu solo una famiglia di amici ed emozioni, ma anche di pistoni! Era una famiglia dei viaggiatori in Volkswagen! Ci trovammo con Omar y Karina, una coppia messico-peruana, in viaggio fino alla Patagonia a bordo del loro furgone color caffé, chiamato La Generala e con Alejandro, mago di professione, in viaggio, da una vita intera, a bordo della Maga, una West Falia bianca! La Banana, la Generala e la Maga crearono un piccolo accampamento soprannominato (con affetto) la Favela o il Pantano Putrido, dove tutti eravamo sudditi di Re Calor e Regina Zanzara!




E finalmente accade ció che aspettavamo da molto tempo: Omar e il Mago si buttano a capofitto nel motore della Banana, scoprendo che al carburatore mancava una vite, provocandone l'eccessivo consumo di benzina e la lentezza! Che bello, finalmente, comproviamo che il consumo si reglolarizza e che la Banana tocca la incredibile velocitá di 90 km all'ora: un vero record!!!


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E con il riprendersi della Banana, inizia la serie del DALE CON TODO, una sorta di "avanti tutta!" che diviene il nostro lev-motiv!


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Mago Magor lo conosciamo il giorno stesso in cui si fa male alle costole! Massaggi, agopuntura, medici, pastiglie, né rimedi della nonna: niente sembra fargli passare il dolore al centro del petto, che gli blocca tutti i movimenti. E purtoppo, sembra salterá la cosa per lui piú importante: il provino per entrare a una scuola di circo. Ma poco prima di lasciare Mazunte, ecco riapparire il Mago, agitando le braccia in mezzo alla strada.



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- Che succede Mago?

- Mi hanno preso alla scuola di Circo e ho pure vinto una borsa di studio! Sto partendo per Cittá del Messico!

Festeggiamo abbracciandoci e cantando in cerchio, di notte, proprio di fianco alle lapidi di un cimitero! Dale con todo, Mago!!!


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Giornate di insopportabile caldo e zanzare si alternano a piogge tropicali senza tregua. Nel breve spazio che rimane, la Natura è bella e generosa. Una mattina, dopo una forte tempesta, cammino fino al promontorio di Punta Cometa: l'aria tersa rendeva i colori piú vividi che mai. Sulle rocce di Punta Cometa non c'era nessuno, mi sdraio di fronte al mare, che non posso smettere di osservare e cullata da un vento deciso, mi lascio accarezzare dal calore, dall'erba, dalle pietre, dalle onde che si rovesciano sulle roccia. Piacere fisico e spirituale si intrecciano solo quando si ama.




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Emiliano ci apre le porte del suo cuore ferito da un matrimonio fallito. Emiliano è un uomo tanto grosso quanto buono, tanto negro quanto trasparente. I suoi tatuaggi carcelari sembrano sli schizzi di un bambino sulla pelle e le sue mani enormi le usa solamente per fare massaggi. Attraversa la rabbia e il dolore del divorsio: i suoi occhi dalle ciglia lunghe diventano tristi ogni volta che vede la sua ex. Proprio lui, che fa tanto volontariato per rendere Mazunte un luogo migliore, proprio a lui, che crede e lotta per la dignitá dell'essere umano, proprio a lui la guerra è arrivata in casa.


Ci trasferiamo al Balam Juyuk, un bell'albergo su una collina a strapiombo sul mare, da dove vedo l'oceano spaccarsi e spumeggiare incessabilmente sulle rocce. Il cielo è grigio e ancora carico di pioggia; osservo gli insetti riprendere il loro posto abituale dopo la pioggia, appena passata. Oggi i mercati finanziari sono crollati. La Borsa di Milano ha bruciato 15 miliardi di euro. Quanto è?


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E iniziano le funzioni. Funzioni, funzioni, funzioniamo. In piccoli borghi in festa o in villaggi isolati. Arriviamo ad un accordo con il Municipio che ci paga 6 spettacoli. Ho la senzazione che nelle zone piú rurali non ci sia bisogno di molte parole. Un altoparlante, montato in cima ad un palo, annuncia l'arrivo dei "pagliacci ecologici" e lentamente appaiono tanti bambini, che peró si mantengono a debita distanza da noi. Donne dai capelli lunghissimi con i bambini attaccati alle loro gonne non si avvicinano facilmente, sembrano intimiditi, perfino impauriti dai pagliacci. E' un muro duro da rompere e le parole non sono di molto aiuto, visto che qui si parla Zapoteco, una lingua indigena molto diversa dallo spagnolo. Iniziamo l'opera di teatro, ma ad un ritmo piú lento, il corpo e gli occhi prendono voce e riescono a strappare le risate di tutti. Nei paesi piú grandi è dove riscuotiamo un gran successo, il pubblico partecipa ed esplode in generose risa, che ci fanno sentire felici. A San Isidro, un gruppo di donne si mette d'accordo per ricevere un piccolo corso di riciclaggio dei rifiuti, che risulta un piccolo successo.




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Massi, Anita ed io arriviamo sempre spossati la sera. Aiutiamo Emiliano nella sua posada, invasa da gruppi di adolescenti francesi e viziati. Massimo rimodella i mobili dentro della Banana, per rendere il tutto piú abitabile. Ogni cosa va prendendo il suo posto.


- La luna está pesada!! - sbraitava giá di buon ora il grosso Emiliano.

- La Luna è pesande! - effettivamente ieri notte il disco era quasi completo, penzolava dal cielo come un obeso faccione pallido. Sta notte sará luna piena. Che succederá??


Il mare è agitato, lo sfragore delle onde non è mai stato cosí forte, l'acqua è una distesa di spuma bianca che i cavalloni alimentano al sfracellarsi sulle rocce di Punta Cometa. Una foschia bianca si alza dalle acque, la spiaggia è l'ultima frontiera, quasi deserta, di un mare che oggi è agitato da correnti molto forti.

La luna piena influenza il mare, rendendolo nervoso e arrabbiato. Un turista chilango (cioé di Cittá del Messico) è affogato a pochi metri da noi, la sua fidanzata si è salvata per miracolo dalla forza delle acque. Dicono che si sono buttati a nuotari giá ubriachi, ma la veritá è che la luna è piena ed il mare è sleale.


Poco dopo, una onda anomala ha sorto il piede di una ragazza neozelandese, nostra vicina, facendo fuoriuscire l'osso della caviglia. Pochi minuti dopo avevamo a bordo la ragazza infortunata, il suo fidanzato e una vicina messicana. Non volevano andare in ospedale ma a casa di una signora, conosciuta come la "Huesera", la ossatrice. La signora, grassoccia, sulla cinquantina, indossava una gonna al ginocchio e una maglietta rosa ed aveva i capelli neri, ordinatamente legati in una coda. Si sedette di fronte alla ragazza, in una tettoia, e fermó il piede tra le sue gambe, per massaggiare energicamente l'osso che spuntava innaturalmente dalla caviglia. La ragazza si lamentava, stringeva tra i denti il un lenzuolo. La huesera le portó una bottiglia di Mezcal (una specie di Tequila artigianale), che la ragazza ingoió fino al fondo. La huesera riprende a massaggiarle il piede, spingendo poco a poco l'osso verso la caviglia. I lamenti e le urla aumentano, il ragazzo la massaggia e gli fa coraggio, ma le urla di lei prendono tutti allo stomaco. La huesera fa una pausa, spiegando che manca poco per far rientrare l'osso, che non deve tirare i muscoli ma cercare di rilassarsi per facilitare il lavoro.


Dopo qualche minuto di riposo, inizia l'ultimo massaggio, il piú doloroso. La ragazza urla sempre piú forte, sembra impazzire di dolore, grida "il mio piede, il mio piede, il mio piede". Sento il sapore di sangue in bocca, mi si chiude lo stomaco e inizio a dubitare della capacitá della Huesera. "Forse non è capace" penso, "forse sta peggiorando la situazione spingendo l'osso ancora piú fuori dalla sua posizione, forse dobbiamo andare in ospedale". Offriamo delle pastiglie contro il dolore ma la huesera dice che non puó prenderle, perché ha bevuto molto mescal. Le urla non smettono, anche quando la huesera toglie le mani dal piede, ripetendo che era tutto finito, che era giá tutto a posto. Ci vogliono molti secondi per calmare la ragazza, per farle capire che l'osso è giá rientrato ed il dolore sta giá svanendo. Lentamente la ragazza si abbandona, si tranquillizza e mentre la huesera gli applica una benda, il suo ragazzo, anche lui in stato di shok ci chiede se ci sembra che il piede sia tornato normale. "Ci pare di si", diciamo anche se gli consigliamo una radiografia, "tanto per essere sicuri".


Dopo quella avventura, io decido che non faró piú il bagno nel mare di Mazunte e cosí compiró la mia promessa.


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Ci pensa il destino, il destino pensa davvero a tutto!

Il capitolo Maria Bris era ancora rimasto aperto e doloroso. Effettivamente, dopo la separazione con Maria (per chi non lo ricordasse, la precedente compagna di viaggio, da cui ci separammo per incompatibilitá di ogni tipo!) non ci eravamo piú visti ed erano rimaste aperte varie questioni emozionali ed economiche. Maria si rifiutava di incontrarsi con noi, dicendo che si trovava lontano, in un altra parte del paese, mentre noi chiedevamo con insistenza di incontrarci. I nostri scambi di mail si facevano ogni volta piú rabbiosi e dolorosi (una sua mail era capace di rovinarci una mattinata) ed stavamo giusto rinunciando a poter parlare personalmente con Maria ed ai soldi che dovevamo ancora ricevere da lei.


Ma ecco lo zampino del destino… e in un paese enorme come il Messico, Maria decide di andare in vacanza ed approda esattamente a Mazunte! Che sorpresa quando si trova di fronte a noi! Riusciamo cosí a sederci di fronte ad un succo di Ananas ed a parlare umanamente delle questioni irrisolte, raggiungendo un pacifico accordo. Pochi giorni dopo Maria riparte all'improvviso, senza salutarci, ma il destino ha voluto che chiudessimo anche questo cerchio, nella miglior maniera possibile.


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Ci sono personaggi di tutti i tipi. Americani pieni di dollari che a Mazunte fanno la vita da nababbo, famiglie in viaggio con figli piccolissimi, viaggiatori minimalisti in bicicletta, esploratori di tutte le droghe sul mercato, artigiani, circensi, artisti ed artistoidi. Conosciamo un sacco di gente, "onguno col suo viaggio, ogniuno diverso (come direbbe un cantante), ognuno in fondo perso per i fatti suoi!


Paolo, per esempio, è nato del 48 (ha l'etá di mio padre) e dal 1969 non ha mai smesso di viaggiare. Da qualche anno si è fermato a Mazunte, dove si è costuito una bella casa circondata da una vegetazione esuberante, ascolta la sua collezione di buona musica in cassette, che lui stesso ha registrato ed etichettato detagliatamente, e colleziona libri in varie lingue. Ci fermiamo gli ultimo giorni a casa sua, che ama la conversazione e cucinare per noi.


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E' ora di ripartire, degli abbracci e dei saluti.

Il motore della Banana romba come non mai e dentro, con in nuoi scomparti, non è mai stata cosí ordinata! Prosegue il viaggio verso San Cristobal de las Casas (Chiapas), che doveva essere il punto di inizio del viaggio e sembra invece trasformato nel punto di arrivo. Un altro cerchio che si apre e poi si chiude.




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