giovedì 14 luglio 2011

Viaggio al centro del nido

Mi rendo sempre più conto che vado in Italia soprattutto per i miei genitori ma che poi, quando mi trovo lì, è soprattutto per me.


Quest’anno il viaggio è iniziato già durante il viaggio, visto che lo scalo a New York si è trasformato in una piacevole passeggiata per Brooklyn in compagnia di Julia, la ragazza con cui avevo condiviso la casa durante il mio primo anno a Sensuntepeque. Piacevole ritrovo perché Julia è bellissima, in qualche modo è una sorella minore.

L’arrivo a Milano poi è stato tinto di bandiere arancioni che festeggiavano la vittoria di Pisapia e spennellavano la città di speranza. Una pizza con Viviana e Cristina (Ecuador), anche loro donne forti e magnifiche, mi fa sentire che il cammino fino all’oggi è stato lungo e pieno.

Il treno più lento e affollato del mondo mi trascina fino ad Ancona, dove alla stazione mi aspettano Elfio e Rina, sorridenti, anche se mi basta uno sguardo per capire che qualcosa non va. Ed infatti, poco dopo, ecco la notizia: nonna Viola non c’è più, se ne è andata pochi giorni prima.

Yolanda, detta Nonna Viola, la mia ultima nonna, era malata da tanti anni ma i suoi occhi azzurri erano là; anche se annebbiati, a volte spaventati o confusi, erano là. Quest’anno, invece, non li ho trovati al solito posto ed ho dovuto cercarli negli occhi di mia madre, in quelli dei miei zii e zie, in fondo ai ricordi. Ciao Nonna Viola!

Poi sono entrata nel consueto vortice di appuntamenti, chiacchiere e mangiate, che si è riproposto in mille salse: parenti, amici, ex-compagni di scuola, amici dei miei. Relazioni vecchie e nuove, alcune direi eterne.

E ho tirato i remi in barca, mi sono lasciata cullare al ritmo degli inviti, degli eventi, ma soprattutto dall’affetto di Elfio e Rina, che mi hanno coccolato come una principessa.

Il limite tra il dare ed il ricevere si annebbia; mi sento quasi

a disagio a ricevere così tantoaffetto, mi sembra di non poter mai dare altrettanto e, allo stesso tempo, ricevo conpiacere, perché so che chi dà, lo fa spontaneamente.

Di nuovo, remi in barca, mi abbandono.

E poi venne l’addio al nubilato di Serena: come divertirsi un mondo facendo semplicemente il giro dei bar di Piazza del Papa; e poi venne la giornata (e cena) a Portonovo con Cristina, Vera e consorti dove, con mia grande sorpresa, scopro (riscopro) una bellezza che non ha eguali e che (lo dico con orgoglio) supera anche quella dei Caraibi delle cartoline.




E poi venne il matrimonio di Serena e Tom, innamorati e giocosi, a vederla sembra che stiano giocando e invece sono seri, o meglio, seriamente innamorati. E poi venne il pranzo a casa Graziosi, il rincontro con Lauretta, Antonio, Lina, Vicki...

E poi venne, la cena a Mazzangrugno, l’aperitivo con i compagniucci della 5F, le cene con i zii e i cugini. E poi venne la cena a casa Ribighini, la birretta con Matteo, le chiacchierate con Maria Rita; e poi venne…molto altro... (l'anno scorso ho ricevuto parecchie "cighe" dalle persone che non sono state menzionate, in questo che sembra quasi un requiem... quest'anno chiedo scusa in anticipo).

L’ora dei saluti è sempre la più dura, soprattutto quest’anno in cui il presente ha colori molto vivi ma contorni indefiniti.


Una English Breakfast a Londra con il grande Balf e poi il volo per il Messico.

Massimo e la Banana mi aspettano, lo so, ma in qualche modo si lasciano le comodità per rischiare. Partendo, mi guardo indietro e vedo il nido; in Messico invece bisogna volare.

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FOTO VARIE












2 commenti:

zia piera ha detto...

Ti vogliamo un mondo di bene.

Quando leggo le tue cose di solito mi fanno sorridere..... questa volta ho pianto per le belle frasi scritte per nonna viola.

Un abbraccio grandissimo

Ana Carreras ha detto...

Querida Nico, me da tanta alegría verte vivir. Te mando un abrazo. Ana