domenica 7 agosto 2011

Chacaua, la grande casa sull'oceano.

Chacaua è una riserva naturale sulla costa occidentale del Pacifico, poche centinaia di chilometri piú a sud di Acapulco. Per arrivarci è necessario percorrere trenta chilometri di strada sterrata, che nella stagione delle piogge diventa una via crucis di pozzanghere e fango, e poi contrattare una lancia locale, che per un prezzo di circa 10 pesos a persona, ti porterá dall'altra parte del fiume, dove alberga una baia stetta su tre lati.


Chacaua, dove vivono solo 700 persone e qualche surfista di passaggio, è in realtá una grande casa, una sola grande casa, con una immenza terrazza di sabbia che si affaccia su uno spicchio particolarmente mansueto di oceano. Su spiaggia, proprio come una terrazza di fronte al mare, si gode della brezza marina, all'ombra di numerose tettoie di legno e paglia e di amache, che ad una prima occhiata sembrano avere molti proprietari, ma in realtá si scopre che le cose non stanno esattamente cosí.



Chacaua ha una sola grande cucina, ripartira in varie casupole, un solo grande frigorifero, un solo grande letto e una sola grande dispensa. Tutto è diviso, tutto è comune. Gli spazi e le cose hanno un proprietario nominale, ma sono semplicemente a disposizione di tutti, locali e visitanti. Impari presto (non senza uno stupore che ti fa sentire quasi a disagio), che puoi usare qualsiasi amaca o sedia che hai alla mano, aprire qualsiasi frigorifero, entrare in qualsiasi porta, senza dubbio spalancata, che si trovi di fronte a te.

E poi, c'è il mare, unica, immensa madre, dalla quale attingere ogni volta che si ha fame.



Questo luogo è stato soprannominato "l'isola dell'abbondanza". Ben presto abbiamo conosciuto i vicini; Ana, Cirilo, tia Mode e via dicendo, la maggior parte nell'atto di donarci qualcosa: un cocco fresco, una birra, una conchiglia, una sigaretta. Esempio di questa attitudine tanto ospitale da farti sentire a casa tua è stato Perico, un negro corpulento di mezza etá, la cui famiglia è in vacanza in Chiapas, mentre lui bivacchia di casa in casa, tracannando una birra dopo l'altra. Perico ci invita a casa sua, pur di non stare solo, a mangiare un enorme piatto di gamberetti, annaffiato da fiumi di birra e tranquillitá della sua capanna. Non contento il giorno successivo ci cucina 10 pesciotti. L'abbondanza si intreccia con la generositá, senza presentare fatture.


Un altro personaggio da ricordare è la Catalina, una anziana spagnola, che oltre ad invitarci ad una ricca paella spagnola, traboccante di cozze e gamberetti, ci ha recitato e cantato le sue composizioni.



Ci sentivamo quasi senza parole, di fronte a tale accoglienza. Per 5 giorni siamo stati nella paradisiaca isola dell'abbondanza senza spendere un centesimo, ma ricevendo tutto il tempo. Questa mattina, quando stavamo giá partendo, siamo stati invitati ad un pranzo, ancora a base di gamberi, a cui abbiamo dovuto rinunciare. Alucinante!


La laguna di Chacaua è una casa comune, dai contorni e colori spettacolari. Temo che molti surfisti, isolati nella loro passione in bolle nordamericane, non si accorgano neanche di essere ospiti di una grande casa e continuano a pagare, con i loro dobloni, per ció che la gente gli offre gratuitamente.


Chacaua, ti auguro di restare casa e non trasformarti mai in albergo!

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