A Sensunte piove che Dio la manda. I miei 4 girasoli (spuntati dai semini che mi ha regalato Nadia) sembrano ogni giorno più perplessi: devono iniziare a rendersi conto di essere delle cavie geografiche. Dalle case dei vicini arriva un improvviso boato: gooooooool !
In questa serata bagnata e calcisticamente fortunata, ripenso a Mirko Barchetta, il mio amico che lavora con Emergency in Afganistan: le sue mail interrompono il filo del quotidiano come spot dall’inferno. Riesce di botto ad ancorarmi alla tremenda realtà della guerra di cui in Angola e qua ho vissuto le conseguenze.
E così vi racconto di Eligio, un uomo anziano, con il viso rugoso e le mani nodose, la camminata incerta che strascina una gamba. Iniziammo a parlare quando lui curioso mi chiese di dove venissini.
- Italia - dico io - E lei?
- Io sono di Suchitoto, esattamente di Aguacayo, sa, dove abbiamo consegnato le armi.
- Le armi, e come? Chiedo io giá curiosa.
Così iniziò a raccontarmi, che il suo piccolo paese, a 2 km da Suchitoto, fu scelto dalle Nazioni Unite come il luogo in cui i cinque movimenti del Frente avrebbero dato l’addio alle armi, consegnandole.
- C’erano tutti mi disse, venne moltissima gente e consegnò le armi che vennero distrutte o bruciate. Comprese le AK - mi disse - le ultime arrivate dalla Russia. All’inizio si lottava con piccole armi, pistole, fuciletti, poi iniziarono a circolare le armi sottratte all’esercito, come l’M16, fino a che vennero le “famose” AK, i Kalashnikof - mi spiega.
Eligio è stato nella guerriglia, nell’RN
- Sai io e te abbiamo qualcosa in comune: Antonio, il tuo attuale direttore durante la guerra era il mio comandante - mi dice con lo sguardo furbetto, e poi torna serio e mi racconta orgoglioso di aver partecipato ell’offensiva a san salvador, nel '89, quando i 5 fronti armati scesero contemporaneamente dalle montagne e cercarono di conquistare la capitale. Circa 800 persone venivano, da parte dell’RN, degli altri 4 fronti, non ne aveva idea. E di questi 800, c’erano medici, radialisti, logisti. Insomma quelli che stavano in prima linea erano anche meno. Le “colonne” a volte non arrivavano a 100 persone e dovevano scontrarsi con eserciti di 1600. Nonostante tutto, riuscivano a volte ad avere la meglio, perchè lottavano con più coraggio, mi dice.
- Noi che lottavamo eravamo figli di contadini e operai. Gente povera. Ma quelli che stavano nell’esercito, che sparavano contro di noi, anche quelli erano figli di contadini e operai. Erano persone uguali a me, che lavorano tutta la vita senza poter avere niente. Quelli inceve che ci tenevano schiavi, che organizzavano la guerra, quelli i loro figli non li mandavano in guerra, ma li mandavano all’estero, in europa, nelle migliori scuole. E mentre noi ci ammazzavamo l’un l’altro qui nel El Salvador, loro stavano nelle migliori spiagge, nei migliori ristoranti. Per questo è stato un bene mettere fine alla guerra, con gli Accordi di Pace del 92.
– Vede, io non ho studiato, ma tutte queste cose le ho capite vivendo, perchè ho partecipato in una guerra e sono sopravvisuto, sono diventato vecchio e ho potuto avere tantissime esperienze e ora le posso raccontare. Vede ora per esempio ho l’onore di parlare con una italiana, mi dice.
- L’onore è tutto mio – gli rispondo.
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